Isola di Capraia

Raggiungere la splendida isola di Capraia, una delle più settentrionali dell’arcipelago Toscano, è piuttosto semplice: basta recarsi al porto di Livorno per scegliere il traghetto giusto. Comune di Capraia Isola, il comune isolano, è quello con meno abitanti d’Italia considerando lo sbocco al mare.

Capraia è un’isola dalle origini davvero antiche, frutto di due eruzioni distinte (la prima 9 milioni di anni fa, la seconda “solo” 1 milione di anni fa) che hanno contribuito a creare un disegno irregolare e davvero particolare per l’isola, con le scogliere a picco sul mare, i contrasti cromatici davvero impressionanti, le strette valli nell’interno su cui si affacciano monti in miniatura, rendendo Capraia davvero inconfondibile.

Terza isola dell’Arcipelago Toscano per estensione, Capraia è anche al centro del Santuario dei Cetacei; la sua vegetazione è costituita dalla tipica macchia mediterranea (in realtà, la vegetazione principale è quella della gariga, a metà fra steppa e macchia mediterranea), che pennella di verde le scogliere dell’isola che si affacciano sul mare.

Come per tutte le altre isole maggiori dell’Arcipelago Toscano, la storia dell’isola è antichissima e costellata di insediamenti di varie popolazioni: fenici, greci, etruschi e romani vi abitarono colonizzandola, e una colonizzazione ancor più particolare e profonda si ebbe con i Cristiani fuggiti dalle persecuzioni dei Romani che si rifugiarono sull’isola; attorno IV secolo, ad esempio, l’isola ospitò anche un asilo per Cenobiti (monaci cristiani).

Conquistata dai Saraceni intorno all’anno mille, passata 500 anni dopo a Genova (i genovesi costruirono sull’isola la Fortezza di San Giorgio, Torre del Porto, Torre dello Zenobito e Torre delle Barbici), legata alla Corsica, passata al Regno d’Italia, nel 1925 divenne di giurisdizione Livornese.

L’isola, il cui nome deriva forse dall’elevato numero di capre presenti sull’isola o, più probabilmente, dalla parola karpa (roccia) fu tra l’altro sede di una colonia penale dal 1873 al 1986.

Il centro abitato dell’isola è un paesino tipico e raccolto, posto sopra al porto. Questo non è però il centro abitato “originale”, poiché quest’ultimo si trova in località “Il Piano”, all’interno dell’isola, ma venne abbandonato già dall’anno mille.

Il paesino di Capraia è davvero ben curato, e merita una visita tanto quanto la Chiesa di San Nicola, nella piazza principale, che ospita sette altari ed è un classico esempio di architettura del diciottesimo secolo. Ristoranti, negozi, folclore rendono questo posto unico, così come sono unici in Italia i ritrovamenti di palmenti per la vinificazione scavati nel tufo e risalenti ad epoca romana che giacciono sotto al Forte San Giorgio.

Ovviamente il turista è attratto prima di tutto da due cose: il mare e la costa.

Falesie che cadono a picco sul mare di un azzurro indescrivibile, insenature rocciose sovrastate da antiche torri di avvistamento contro i Saraceni, grotte a pelo d’acqua o sommerse, l’unica spiaggia sabbiosa dell’isola (Cala della Mortola, raggiungibile tra l’altro solo in barca e talvolta costituita di soli piccoli ciottoli, in base all’ “umore” del mare), lo Stagnone e la presenza della palma nana (un vero e proprio “fossile vivente”, risalente al periodo in cui l’Europa aveva clima tropicale) fanno di questa isola una meraviglia davvero unica.

Cala del Ceppo e Cala dello Zurletto sono raggiungibili via terra, ma in realtà la maggior parte delle insenature e delle calette può essere raggiunto solo via mare. Se avete intenzione di scoprire scenari davvero spettacolari, Cala Rossa (antico cono vulcanico) e Punta dello Zenobito, con la maestosa torre posizionata in cima ai basalti grigi, sono uno spettacolo unico, irripetibile ed indimenticabile.

Capraia sa offrire anche prodotti tipici davvero eccellenti: non sono molti (magari vista la grandezza dell’isola ci si aspettava qualcosa di più), ma sulla loro bontà non c’è davvero nulla da dire. Parliamo ad esempio di un miele millefiori che ha vinto il premio come miglior miele d’Italia nel 1999, parliamo di liquori tipici come il nocino e il liquore di mirto ( dichiarato prodotto di eccellenza a Slow Food nel 2002 ), parliamo del “rubino“, un distillato di amarene e sangiovese dell’Elba, ma anche del formaggio caprino che è considerato uno dei prodotti tipici d’eccellenza della regione Toscana. Direi che… possiamo procedere con l’assaggio!